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sabato 9 gennaio 2016

La città dell'anima - Descrizione

La città dell'anima - Descrizione

Quando raggiungo la cima di un abete, fresco con la speranza che corre veloce cercando d'agguantare il reale di una vita seminata in pezzi da puzzle, tra fiaba e momenti, sorrido accarezzando il vento.
L'orizzonte si distende, insieme alle case della mia città, sulla collina delle rimembranze gli alberi in fila proteggono, io Poggio lo sguardo verso le persone che si muovono per le strade e immagino il vento che porta polvere di stelle, bianca e argentea a sfiorare quelle persone e le loro case, che sentono del bene in ogni momento di vita.
Imparo il fruscio delle foglie che crescono in quel momento, dalle gemme crescono nel giorno con il sole di primavera, i rami mi sorreggono come angeli che donano pace, mi raggiunge il vento argenteo e una sensazione di nascita compare nel mio cuore.
Le persone camminano come piccole creature sul sentiero del loro destino, ad ogni passo si scaldano al fuoco di spiriti che li seguono, per non farli cadere. Tutte le strade hanno scorrimani per chi ha più tempo e ha già trascorso gran parte della sua vita, fragili si tengono, mentre sorridono del nuovo momento; è strana la mia città perché le persone non si conoscono, ma creano legami indissolubili, ognuna con chi crede nel vento e nel riso del proprio essere e nelle carezze proprie data al mondo.
Sulla collina l'aria porta i ricordi di secoli d'amicizie, respiri le vite e vivi un'altra tua vita, il rossore di un pudore per i momenti intensi d'affetto in cui il tuo essere a nudo chiama lo spirito a se compagno.
La radura s'imbianca d'inverno, quando la vita non risponde all'arrivo di un nuovo che assembla i pezzi del proprio cuore, che solingo s'aggira nei ricordi di un'inconscio che arriva a salti di volontà, perché svolta il vuoto della mente, il primo arrivo è la morte.
Gli alberi non sentono inverni, lentamente scendo guardando la neve e scopro la mia città che rinasce.

Lucia Romano
Tutti i diritti riservati all'autrice
Legge 22 Aprile 1941 n. 633 e succ. modifiche